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Angelo Trezzini nacque il 28 aprile 1827 a Milano, in una famiglia originaria di Astano, un piccolo comune svizzero nel Canton Ticino. Figlio di Angelo, un droghiere, e di Margherita Pedrotti, Trezzini crebbe in un contesto che lo avrebbe portato a diventare uno degli artisti più rappresentativi del suo tempo, specialmente per quanto riguarda la pittura legata al Risorgimento italiano. La sua formazione artistica iniziò presso l'Accademia di Brera a Milano, dove si iscrisse nel 1839 nella Scuola di ornato. Durante gli anni di studio, Trezzini fu fortemente influenzato dallo stile e dalle tematiche del suo cognato Domenico Induno, con cui condivise non solo il percorso artistico ma anche legami familiari e politici. Domenico sposò Emilia Trezzini, sorella di Angelo, e insieme parteciparono attivamente alle vicende del Risorgimento italiano. Nel 1848, Trezzini si unì alle Cinque giornate di Milano, un evento chiave nella lotta per l'indipendenza italiana. Questa esperienza ebbe un impatto significativo sulla sua arte, che iniziò a riflettere temi patriottici e risorgimentali. Nel 1859, si arruolò come volontario fra le file della brigata garibaldina dei Cacciatori delle Alpi, partecipando alla battaglia di San Fermo. Questi eventi non solo influenzarono la sua vita ma anche la sua arte, che divenne un mezzo per esprimere il suo patriottismo e il suo impegno nella lotta per l'unità d'Italia. Trezzini si distinse come pittore di genere, specializzandosi in scene di vita quotidiana e militare. Nel 1861, vinse il prestigioso premio Mylius per la pittura di genere con l'opera "La lettura di una lettera giunta dal campo", che raffigurava una scena familiare di ascolto di una lettera da parte di un soldato. Questo dipinto ebbe un grande successo e fu replicato in formato ridotto nel 1867. Le sue opere spesso riflettevano la vita quotidiana degli umili, con un linguaggio semplice e leggibile che assecondava il gusto del pubblico e della critica. Oltre alla pittura, Trezzini fu anche un litografo e illustratore, noto per le sue opere satiriche che criticavano il mondo politico del tempo. Collaborò con giornali umoristici, dove la sua arguzia e il suo spirito critico si manifestavano attraverso caricature e vignette. Inoltre, scrisse il poemetto "La danza delle muse" e insegnò per lungo tempo alla Scuola Professionale femminile di Milano. Nel corso della sua carriera, Trezzini ricevette commissioni da varie istituzioni caritatevoli per dipingere ritratti dei loro benefattori. Tra i suoi lavori più noti ci sono i ritratti di Carolina Brambilla Prinetti e di Antonio Chiodo. Inoltre, realizzò un ritratto postumo del suo maestro e cognato Domenico Induno, esposto all'esposizione braidense del 1879. Nonostante il successo, Trezzini fu spesso descritto come una persona schiva e a tratti scontroso. Tuttavia, la sua arte continuò a essere apprezzata per la sua capacità di catturare con fedeltà le vicende umane e per il suo approccio didascalico e patriottico. Le sue opere rispecchiano un periodo storico cruciale per l'Italia e sono state esposte in numerose mostre, contribuendo a raccontare la storia del Risorgimento attraverso la pittura. Angelo Trezzini morì a Milano il 27 maggio 1904, lasciando un'eredità artistica significativa che continua a essere studiata e apprezzata. Le sue opere sono conservate in importanti collezioni e musei, tra cui la Pinacoteca di Brera e le Gallerie d'Italia, testimoniando il suo contributo all'arte italiana del XIX secolo.
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