La Galleria Ponti compra opere e quadri del pittore Fiorenzo Tomea ( Zopp� di Cadore 1910 - Milan 1960). Forniamo informazioni su prezzi, valore attuale di mercato, quotazioni, valutazioni e stime.
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Fiorenzo Tomea fu un pittore italiano, nato il 7 febbraio 1910 a Zoppè di Cadore, una piccola località montana in provincia di Belluno, e morto il 16 novembre 1960 a Milano. La sua vita fu segnata da un'infanzia difficile, caratterizzata dalla povertà e dalle dure condizioni di vita in alta montagna. Ultimo di dieci figli, Tomea perse il padre nel 1920 e due anni dopo si trasferì a Milano con il fratello maggiore Giovanni. Per sostenere la famiglia, svolse vari lavori saltuari. La passione per l'arte di Tomea si accese grazie all'incontro con un pittore del suo paese durante le estati. Questo incontro lo portò a frequentare l'Accademia Cignaroli di Verona nel 1926, dove ebbe modo di conoscere e stringere amicizia con artisti come Giacomo Manzù e Renato Birolli. Il periodo trascorso tra Milano e Verona fu estremamente vivace per il giovane artista, che si immerse negli ambienti artistici locali e strinse importanti amicizie con altri pittori come Bruno Cassinari, Aligi Sassu e Domenico Cantatore, riuniti attorno alla figura del critico Edoardo Persico. Dopo aver prestato servizio militare a Firenze, dove conobbe Ottone Rosai, e aver partecipato alla guerra, nel 1934 Tomea visitò Parigi, dove poté studiare dal vivo le opere degli impressionisti, di Cézanne e Van Gogh. L'anno successivo tornò in Italia e si stabilì definitivamente a Milano, partecipando alla prima mostra del gruppo "Corrente", fondato da Ernesto Treccani. Il gruppo "Corrente" si distingueva per la sua opposizione al regime fascista e per l'impegno civile e culturale. Negli anni '30, Tomea iniziò a ricevere riconoscimenti ufficiali, come la medaglia d'oro alla 1ª Mostra del Sindacato Interprovinciale Fascista di Belle Arti di Milano nel 1937. La sua arte si concentrava principalmente su paesaggi e nature morte, con una particolare attenzione per i paesaggi del Cadore, che dipinse con una velata malinconia nostalgica. Nel 1942, la Biennale di Venezia gli dedicò una sala esclusiva, riconoscendo il suo talento e la sua originalità. Dopo la guerra, Tomea continuò a lavorare su temi ricorrenti come i paesaggi dolomitici e le nature morte, ma anche su composizioni di candele e maschere. Nel 1954 fu secondo classificato al Premio Marzotto e nel 1958 vinse il Premio Michetti a Francavilla al Mare. Nel 1956, oltre a ricevere una sala personale alla Biennale di Venezia, fu eletto sindaco di Zoppè di Cadore, carica che mantenne fino alla morte. Una delle sue opere più significative fu il mosaico nella chiesa di Santa Barbara a Metanopoli, commissionato da Enrico Mattei, presidente dell'ENI. Quest'opera, terminata nonostante la malattia che lo affliggeva, rappresenta il Calvario e riveste l'intera parete dietro l'altar maggiore. La produzione artistica di Tomea fu caratterizzata da un linguaggio pittorico personale, che si distaccava dai movimenti contemporanei per seguire un proprio itinerario artistico. Le sue opere sono conservate in numerosi musei e collezioni, tra cui il Museo Nazionale d'Abruzzo a L'Aquila, il Museo di arte contemporanea Dino Formaggio a Teolo, la Collezione di Palazzo Montecitorio a Roma, il Museo del Cadore a Pieve di Cadore e la Galleria Civica di Arte Contemporanea a Suzzara. Fiorenzo Tomea fu un artista che seppe esprimere nelle sue opere la poesia e la malinconia dei paesaggi montani della sua terra natale, così come la vita quotidiana e gli oggetti umili attraverso le sue nature morte. La sua pittura, intrisa di un lirismo intimo e personale, continua a essere apprezzata e studiata per la sua capacità di trasmettere emozioni profonde e universali.
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