La Galleria Ponti compra opere e quadri del pittore Onofrio Tomaselli ( Bagheria 1866 - Palermo 1956 ). Forniamo informazioni su prezzi, valore attuale di mercato, quotazioni, valutazioni e stime.
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Onofrio Tomaselli fu un pittore italiano, nato il 3 agosto 1866 a Bagheria, una cittadina nei pressi di Palermo, e morto nella stessa città il 21 marzo 1956. La sua vita e la sua opera si intrecciano strettamente con la storia e la cultura della Sicilia di fine Ottocento e del primo Novecento, periodo in cui visse e operò. La formazione artistica di Tomaselli iniziò nello studio del pittore palermitano Pietro Volpes, che era un manierista e discepolo del Patania. Successivamente, Tomaselli si trasferì a Napoli, dove frequentò l'Accademia di Belle Arti e fu allievo di Domenico Morelli, uno dei maggiori esponenti della pittura napoletana dell'epoca. Questo soggiorno a Napoli fu fondamentale per la sua formazione, poiché gli permise di assorbire le influenze della migliore scuola napoletana dell'epoca, come Dalbono e Altamura, oltre a quelle del suo maestro Morelli. Dopo aver completato i suoi studi, Tomaselli fece ritorno in Sicilia e si stabilì definitivamente a Palermo dal 1890. Qui, oltre a proseguire la sua attività di pittore, svolse anche quella di insegnante, diventando maestro di alcune generazioni di pittori siciliani del primo Novecento, tra cui Alfonso Amorelli e il celebre Renato Guttuso, che considerò Tomaselli un punto di riferimento per la realizzazione del suo dipinto "La Zolfara". Tomaselli si distinse come ritrattista ufficiale della nobiltà e della borghesia palermitana fin de siècle. Sposato con una nobildonna, Emilia Glaudi di Aragona, dei marchesi Tagliavia, ebbe quattro figli: Armando, Giacomo, Giovanni e Ida. La sua produzione artistica fu molto apprezzata dai ricchi borghesi e intellettuali dell'epoca, tanto che fu soprannominato "mago del pennello". Tra i suoi dipinti più noti, si ricordano "Cristo e i lavoratori" (1897), "Paganesimo" (1898), "Le gocce di primavera" (1900) e il "Ritratto del compositore russo N. Amani", esposto nel 1901 alla Biennale di Venezia. Tomaselli fu anche un apprezzato affreschista, con opere visibili in diverse chiese e palazzi siciliani, come la Chiesa dei Miseremimi a Bagheria, la Cattedrale di Nicosia, il Duomo di Corleone e il Palazzo del Principe di Torrebruna. Il suo dipinto più famoso è "I Carusi", realizzato nel 1905, che rappresenta un gruppo di giovani lavoratori nelle miniere di zolfo siciliane. Quest'opera è considerata un capolavoro del verismo pittorico e una denuncia sociale dello sfruttamento minorile. Il quadro fu esposto con grande successo all'Esposizione internazionale di Milano del 1906 e oggi si trova alla Galleria d'arte moderna Sant'Anna di Palermo. Tomaselli fu un artista versatile, che trattò sia il quadro di genere sia soggetti sacri, specie nel campo dell'affresco. La sua pittura si caratterizzava per la fusione di concetti antichi e moderni, con una particolare attenzione alle tematiche di attualità. La sua opera fu influenzata dal contesto storico, sociale e artistico del suo tempo, che includeva i conflitti mondiali, il ventennio fascista e i momenti del dopoguerra. Nonostante la sua importanza come artista e insegnante, Tomaselli è stato a volte trascurato dalla critica e dal mercato dell'arte. Tuttavia, la sua eredità vive attraverso le sue opere e il suo impatto sugli artisti che ha formato, come Guttuso, che portò avanti la tradizione del realismo sociale iniziata dal suo maestro. Onofrio Tomaselli morì a Palermo nel 1956, lasciando un'eredità artistica significativa che continua a essere studiata e apprezzata dagli esperti di storia dell'arte siciliana e non solo. La sua vita e la sua opera rimangono un orgoglio per la Sicilia e un esempio di come l'arte possa essere utilizzata come strumento di denuncia sociale e di difesa degli ultimi.
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