La Galleria Ponti compra opere e quadri del pittore Ettore Tito ( Castellammare di Stabia 1859 - Venice 1941). Forniamo informazioni su prezzi, valore attuale di mercato, quotazioni, valutazioni e stime.
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Ettore Tito, nato il 17 dicembre 1859 a Castellammare di Stabia, in Campania, è stato uno dei pittori italiani più significativi a cavallo tra il XIX e il XX secolo. La sua famiglia si trasferì a Venezia quando aveva otto anni, città che divenne il fulcro della sua formazione artistica e della sua carriera. Tito si iscrisse all'Accademia di Belle Arti di Venezia all'età di dodici anni, dimostrando precocemente un talento straordinario che gli permise di studiare sotto la guida di maestri come Giulio D’Andrea, Napoleone Nani e Pompeo Mariani Molmenti. Si diplomò con lode nel 1876, avviando una carriera che lo avrebbe visto diventare uno dei pittori più apprezzati del suo tempo. La sua opera iniziale seguì l'esempio di Giacomo Favretto, concentrandosi su temi ispirati alla vita veneziana di ambiente popolare. Questa fase iniziale della sua carriera fu caratterizzata da una pittura facile e illustrativa, ma dotata di un tocco brillante di colore. Tito si dedicò anche a temi mitologici, rappresentando visioni complesse abitate da ondine, centauri, ninfe e tritoni, come dimostra il suo famoso "Baccanale" del 1906, conservato nella Galleria d'Arte Moderna di Milano. La sua presenza alle Biennali veneziane fu costante dal 1895 al 1940, dove espose opere che spaziavano dalla pittura di genere alla ritrattistica, dai paesaggi alle scene mitologiche, dimostrando una versatilità e una maestria tecnica invidiabili. Tito fu anche un apprezzato ritrattista, richiesto dai membri dell'alta società, e i suoi ritratti erano noti per la raffinatezza ed eleganza, paragonabili a quelli del suo amico Giovanni Boldini. Nel corso della sua carriera, Tito ricevette numerosi riconoscimenti e premi, tra cui il Grand Prize in painting alla Panama–Pacific International Exposition di San Francisco nel 1915. Nel 1926, fu nominato membro dell'Accademia Reale d'Italia, un onore che rifletteva il suo status nell'ambito artistico italiano. Oltre alla pittura, Tito si dedicò anche alla scultura, seguendo l'esempio della tradizione classica. La sua abilità nel maneggiare diversi media artistici testimonia la sua eccezionale versatilità e il suo profondo impegno nell'esplorazione delle potenzialità espressive dell'arte. Uno degli aspetti più notevoli della sua opera è la capacità di fondere la tradizione pittorica veneziana con influenze moderne. Tito guardava ai grandi maestri veneti del Settecento, in particolare a Tiepolo, da cui trasse ispirazione per le sue composizioni di grande formato, animate da un vivido colorismo e da un dinamismo neobarocco. Questo approccio gli permise di creare opere che, pur radicate nella tradizione, dialogavano con le correnti artistiche contemporanee, rendendolo una figura di spicco nel panorama artistico italiano ed europeo. La sua opera "Luglio", presentata alla Triennale di Belle Arti di Milano nel 1894, è emblematica del suo stile, caratterizzato da una mirabile tecnica fotografica e da un colorismo che richiama le opere del Veronese. Tito era capace di catturare la luce e l'atmosfera della scena con una precisione e una vivacità che lo distinguevano come uno dei maggiori interpreti della pittura veneta di fine Ottocento e inizio Novecento. Ettore Tito morì a Venezia il 26 giugno 1941, lasciando un'eredità artistica di inestimabile valore. La sua capacità di sintetizzare la tradizione e l'innovazione, il suo eccezionale talento tecnico e la sua profonda sensibilità artistica lo hanno reso una figura centrale nella storia dell'arte italiana. Nonostante un periodo di relativo oblio dopo la sua morte, l'opera di Tito ha conosciuto una rinnovata attenzione e apprezzamento, riconoscendolo come uno dei grandi maestri dell'arte italiana.
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