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Pierre Henri Théodore Tetar van Elven, nato il 30 agosto 1828 a Sint-Jans-Molenbeek e deceduto il 1 maggio 1908 a Milano, è stato un artista olandese poliedrico, noto per le sue opere come pittore, disegnatore, incisore, acquerellista e pittore di panorami. La sua arte si distingue per una predilezione per l'architettura, i paesaggi e le vedute cittadine italiane, oltre a pochi ma significativi pezzi di genere realizzati per l'alta società francese. Figlio del pittore John Baptist Tetar van Elven e di Sophia Francisca Noll, Pierre crebbe in un ambiente familiare intriso d'arte. La sua sorella Sophie Henry nacque a Bruxelles nel 1830 e suo fratello Joseph Edouard a Amsterdam nel 1832. Anche suo zio Martinus Gerardus Tetar van Elven, membro fondatore di Arti et Amicitiae, e suo cugino, il pittore Paul Tetar van Elven, furono figure influenti nel suo percorso artistico. La formazione artistica di Pierre iniziò ad Amsterdam, ma ben presto si trasferì all'Aia per studiare presso la Royal Academy of Arts. La sua carriera prese una svolta internazionale quando, intorno al 1853, si trasferì a Milano e successivamente visse a Roma nel 1855. Tra il 1856 e il 1863, Tetar van Elven risiedette a Torino, dove il 13 maggio 1856 sposò Anna Maria Angela Felicita Fumao, con la quale ebbe tre figlie. La sua reputazione crebbe quando, nel 1861, fu nominato pittore di corte da Vittorio Emanuele II d'Italia. Durante questo periodo, realizzò opere che supportavano il Risorgimento. La sua arte, tuttavia, non si limitò all'Italia; nel 1866 viaggiò in Tunisia e Turchia, forse in compagnia di Tinco Lycklama à Nijeholt, che ritrasse in abiti orientali. Nel 1869 si stabilì a Parigi e, intorno al 1873, fece ritorno ad Amsterdam, dove visse con la sua famiglia al numero 33 di Plantage Muidergracht. Nonostante il successo e il riconoscimento in Europa, Tetar van Elven sentì il richiamo dell'Italia e vi fece ritorno prima della fine del secolo. La sua presenza a Milano è attestata nel 1898 dal dipinto "Donne in Cascina". Alla sua morte nel 1908, lasciò un'eredità artistica che ancora oggi è apprezzata e le sue opere sono esposte in città come Milano, Genova, Torino e Haarlem, oltre che nel Musée de la Castre a Cannes. Il suo stile artistico rifletteva una combinazione di influenze tradizionali e contemporanee. Tetar van Elven era noto per la sua capacità di fondere elementi delle tre principali tradizioni della pittura di paesaggio: l'ideale italiano di Claude Lorrain, l'interesse olandese del XVII secolo per il particolare e il comune, e le chiare e luminose vedute di Canaletto. A queste influenze, aggiungeva formule pittoresche che rivelavano una preferenza per una natura costruita e abbellita, soggetta alle leggi dell'arte. Uno dei suoi lavori più significativi è "Veduta di Gerusalemme, vista da est, con il Monte del Tempio e la Porta dei Leoni", considerato il suo capolavoro di viaggio. Quest'opera è particolarmente nota per la sua rappresentazione accurata e dettagliata che ha ispirato molti pellegrini a visitare i luoghi del cristianesimo che egli ritrasse con tale maestria. La sua abilità nell'uso dell'acquerello, un mezzo altamente portatile e preferito dai pittori topografici, gli permise di catturare con precisione e vivacità le scene che osservava. Dopo un periodo dedicato alla pittura storica, seguì le orme di David Roberts, specializzandosi in soggetti topografici. L'interesse per la rappresentazione di terre straniere, stimolato dalla colonizzazione e dall'espansione dell'Impero Britannico, si combinava con il bisogno romantico di fuggire verso territori esotici 'non scoperti'. La vita e l'opera di Pierre Henri Théodore Tetar van Elven riflettono un'epoca di grandi cambiamenti sociali e artistici. La sua arte, che attraversa diversi paesi e culture, rimane una testimonianza della sua ricerca di bellezza e comprensione attraverso il mezzo pittorico.
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