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Josep Tapiró i Baró, nato il 17 febbraio 1836 a Reus, una città della Catalogna in Spagna, è stato un pittore noto per i suoi ritratti ad acquerello che ritraggono con vivida realtà gli abitanti del Marocco. La sua vita e la sua arte sono state profondamente influenzate dall'amicizia e dalla collaborazione con il pittore Mariano Fortuny, e dal suo trasferimento a Tangeri, dove ha vissuto per gran parte della sua vita adulta. Tapiró mostrò un precoce interesse per il disegno, che lo portò a studiare inizialmente con Domènec Soberano, un mercante di vino locale e pittore dilettante. Nel 1853, lui e Fortuny ebbero l'opportunità di esporre le loro opere in una mostra organizzata dal Casino de Reus. Più tardi quell'anno, i due si iscrissero all'Escola de la Llotja di Barcellona, dove Tapiró studiò con Claudi Lorenzale, un pittore associato al movimento tedesco dei Nazareni, tra gli altri. Durante questo periodo, Tapiró si concentrò principalmente su scene storiche e religiose. Nel 1857, Tapiró e Fortuny ebbero l'opportunità di competere per una borsa di studio per studiare a Roma. Fortuny vinse, e Tapiró si trasferì a Madrid, dove si iscrisse alla "Escuela Superior de Pintura y Grabado", una filiale della Real Academia de Bellas Artes de San Fernando, dove fu allievo di Federico de Madrazo. Tornato a Barcellona nel 1860, Tapiró contribuì a decorare la facciata del Palau de la Generalitat de Catalunya. Nel 1862, si unì al suo amico Fortuny a Roma e fu introdotto al suo circolo di conoscenze artistiche che si incontravano all'Antico Caffè Greco. Insieme visitarono anche Napoli e Firenze. Durante questo periodo, Tapiró iniziò a frequentare corsi serali per imparare a dipingere ad acquerello e le sue opere iniziarono a concentrarsi maggiormente su temi di genere. Questi lavori divennero molto popolari e stabilirono la sua reputazione. Nel 1871, Tapiró, Fortuny e Bernardo Ferrándiz intrapresero un viaggio a Tangeri, che si rivelò decisivo per la carriera di Tapiró. Nel 1873, tenne la sua prima mostra di dipinti orientalisti al "Circolo Internazionale d'Arte di Roma". La morte improvvisa di Fortuny nel 1874 colpì profondamente Tapiró e lo spinse a lasciare Roma. Invece di rimanere in Spagna, i ricordi di Tangeri lo portarono a unirsi a una missione diplomatica in partenza per incontrare il Sultano Hassan I nel 1876. Una volta lì, si trasferì in una casa di nuova costruzione vicino al quartiere della medina e in seguito acquisì un vecchio teatro da utilizzare come studio. Sebbene viaggiasse frequentemente per esposizioni in luoghi lontani come San Pietroburgo e New York e trascorresse le estati in Spagna, visse a Tangeri per il resto della sua vita. Nel 1886, Tapiró sposò Maria Manuela Valerega Cano, una nativa di Tangeri di origine italiana, che aveva vent'anni. Poco dopo, una loro amica ebrea morì e adottarono la sua figlia. Tapiró è noto per aver portato un approccio umanistico e realistico all'orientalismo, un movimento artistico che spesso idealizzava e drammatizzava l'Oriente. A differenza di molti suoi contemporanei, i suoi ritratti ad acquerello di abitanti di Tangeri, come mendicanti e persone comuni, mostravano una rappresentazione più sobria e dettagliata della vita quotidiana. Questo approccio gli valse il rispetto e l'ammirazione non solo in Europa, ma anche tra la comunità che ritraeva. La sua tecnica ad acquerello era notevolmente raffinata e dettagliata, e i suoi ritratti sono apprezzati per la loro capacità di catturare l'essenza dei suoi soggetti con sensibilità e rispetto. Le sue opere sono un prezioso documento storico e culturale dell'epoca in cui visse e lavorò a Tangeri. Josep Tapiró i Baró morì il 4 ottobre 1913 a Tangeri. Anche se durante la sua vita ricevette un certo riconoscimento, fu solo molto tempo dopo la sua morte che il suo lavoro fu pienamente apprezzato. Nel 2013, in occasione del centenario della sua morte, il Museu d'Art i Història de Reus e il Museu Nacional d'Art de Catalunya gli dedicarono una retrospettiva congiunta, riconoscendo il suo contributo all'arte e alla cultura.
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