La Galleria Ponti compra opere e quadri del pittore Achille Talarico ( Catanzaro 1837 - Naples 1902). Forniamo informazioni su prezzi, valore attuale di mercato, quotazioni, valutazioni e stime.
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Achille Talarico nacque il 22 gennaio 1837 a Catanzaro, in una famiglia umile, figlio di Antonio Talarico, un commerciante di frutta, e di Maria Corrado. La sua inclinazione artistica si manifestò precocemente, tanto che riuscì a trasferirsi a Napoli per intraprendere gli studi artistici. Inizialmente, fu allievo di Giuseppe Mancinelli e successivamente si iscrisse all'Accademia di Belle Arti di Napoli, dove ebbe come maestro Domenico Morelli, figura di spicco della scuola napoletana dell'epoca. Talarico esordì nel panorama artistico nel 1864, presentando l'opera "Memories" alla "Neapolitan Society for Promotion of the Fine Arts". Questo fu solo l'inizio di una lunga e fruttuosa carriera che lo vide partecipare a numerose mostre, sia in Italia che all'estero. Già l'anno successivo, nel 1865, ebbe una mostra a Milano, segnando l'inizio di una serie di successi che lo portarono a vendere diverse opere tramite la Società, tra cui "After the Ball", acquistata dal Museo di Capodimonte nel 1867. Nel 1870, Talarico fu premiato con una medaglia d'argento all'"Esposizione Nazionale di Agricoltura e Commercio" di Salerno, e partecipò alla Fiera Mondiale di Vienna del 1873. La sua presenza fu significativa anche alla Pinacoteca di Brera a Milano nel 1882 e in una mostra a Roma l'anno successivo, dove le sue opere attirarono l'attenzione del diplomatico e giornalista Francesco De Renzis, che le menzionò nel suo libro "Conversazioni artistiche" del 1883. Talarico strinse amicizia con lo scrittore Vittorio Imbriani, che lo paragonò a Edgar Degas, evidenziando la qualità e l'originalità del suo lavoro. Verso la fine del secolo, Talarico fu nominato Professore onorario all'Accademia di Napoli e fu decorato con l'Ordine della Corona d'Italia. Tra i suoi studenti più noti vi fu Giuseppe Costa. Nel 1870, sposò Agnese Arena, dalla quale ebbe cinque figli, tra cui Virginia Talarico, soprano d'opera, e il primogenito Achille, violinista di una certa notorietà. Achille Talarico morì il 24 marzo 1902 a Napoli, all'età di sessantacinque anni, e fu sepolto nel Cimitero di Poggioreale. Le sue opere sono conservate in importanti collezioni e musei, tra cui la Galleria Nazionale d'Arte Moderna a Roma, il Palazzo Pitti a Firenze e il Museo di San Martino a Napoli. Talarico fu un artista poliedrico, capace di spaziare dal paesaggio al ritratto, dalla scena di genere alla pittura sacra, sempre con una pennellata sciolta e veloce, caratterizzata da un uso sapiente della luce. Fu descritto come un uomo solitario e schivo, lontano dalla mondanità, ma profondamente apprezzato nell'ambiente artistico del suo tempo, soprattutto da Morelli. Nonostante il successo, Talarico non divenne mai ricco e dovette affrontare numerose difficoltà economiche lungo tutta la vita, che lo riportarono spesso alla povertà della sua infanzia. La sua arte, ricca di sensibilità e attenzione al dettaglio, lo ha reso uno dei pittori più significativi della scuola napoletana della seconda metà dell'Ottocento. La sua capacità di catturare l'essenza dei suoi soggetti, sia nei ritratti che nelle scene di vita quotidiana, lo ha reso un maestro nel raccontare storie attraverso la pittura, lasciando un'impronta indelebile nel panorama artistico italiano.
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