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Raffaello Spanò, nato nel 1817 a Napoli, è stato un pittore italiano che ha lasciato un'impronta significativa nel panorama artistico del XIX secolo, specialmente nel campo della pittura sacra. La sua vita e la sua opera si intrecciano con la storia e la cultura della sua città natale, Napoli, dove ha iniziato i suoi studi presso il prestigioso Regio Istituto di Belle Arti. Fin da giovane, Spanò dimostrò un talento eccezionale per la pittura, tanto che già nel 1833, a soli sedici anni, iniziò a esporre le sue opere. Questo precoce esordio fu solo l'inizio di una carriera costellata di successi e riconoscimenti. Tra il 1833 e il 1843, Spanò vinse ben cinque medaglie d'argento alle esposizioni organizzate dall'Istituto, segno della sua abilità e della sua crescente reputazione come artista. Nel 1845, la sua opera "Santa Vergine e Bambino venerati dai Santi Lucia e Lazzaro" gli valse la medaglia d'oro di seconda classe. Questo dipinto, un tempo collocato nella chiesa di Tutti i Santi nel borgo Sant'Antonio a Napoli, è solo uno degli esempi della sua abilità nel rappresentare soggetti religiosi con profondità e devozione. Altre opere di rilievo includono l'altare della "Vergine e le anime del Purgatorio" nella chiesa di Santa Maria del Soccorso ad Arenella e il dipinto "Giacobbe accolto da Labano con Rachele", un tempo esposto nel Palazzo Reale di Napoli. Nel 1848, Spanò ottenne un'altra medaglia d'oro per il suo dipinto "Giacobbe accolto da Labano con Rachele", e nel 1855, una medaglia d'oro di prima classe per la sua grande tela "Abigail placa Davide", acquisita per la Pinacoteca Reale di Capodimonte. Questi successi non solo consolidarono la sua fama, ma gli permisero anche di ricevere commissioni importanti, come i quattro grandi dipinti per la Cattedrale di Smirna, che raffigurano San Pietro e Paolo, i protettori di Smirna, San Vincenzo di Paola e San Paolo. Spanò si distinse anche per la sua versatilità, dipingendo opere di vario genere, tra cui "Teseo che combatte il Minotauro" e "Il profeta Geremia predice la rovina di Gerusalemme", entrambi premiati con medaglie d'argento. La sua abilità nel riprodurre immagini sacre è evidente anche nella riproduzione della "Madonna del Buon Consiglio di Genazzano", conservata nella cappella dell'Istituto delle Ancelle del Sacro Cuore. La sua carriera fu costellata di onorificenze: fu nominato Cavaliere dell'Ordine della Corona d'Italia, Associato Corrispondente della Reale Accademia di Belle Arti di Napoli, membro dell'Accademia Raffaello di Urbino, professore onorario del Regio Istituto di Belle Arti di Napoli e membro del Consiglio di Direzione dello stesso istituto. La sua influenza si estese anche alla sua famiglia, con la figlia Maria Spanò che seguì le sue orme diventando anch'essa pittrice. Le opere di Spanò sono caratterizzate da una profonda spiritualità e da un uso magistrale del colore e della luce, che conferiscono alle sue rappresentazioni sacre una qualità quasi divina. La sua pittura riflette l'abilità tecnica e la sensibilità artistica di un pittore che ha saputo interpretare e trasmettere la fede e la devozione del suo tempo attraverso la tela. Spanò morì nel 1863, lasciando un'eredità di opere che continuano a essere apprezzate per la loro bellezza e il loro significato spirituale. Le sue tele sono conservate in varie chiese e collezioni a Napoli e in altre parti d'Italia, testimoniando la sua abilità nel catturare l'essenza della fede cristiana e la sua maestria nell'arte della pittura.
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