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Pio Solero, nato il 3 marzo 1881 a Sappada, una piccola località montana della provincia di Belluno, è stato un pittore italiano noto per i suoi paesaggi montani e le nature morte. La sua vita e la sua arte sono state profondamente legate alle Dolomiti, una regione che ha fornito l'ispirazione per molte delle sue opere. Solero iniziò la sua formazione artistica all'Accademia di Belle Arti di Venezia nel 1898, dove apprese le tecniche pittoriche tradizionali. Tuttavia, desideroso di espandere i suoi orizzonti e di slegarsi dal gusto veneziano eccessivamente accademico, decise di trasferirsi a Monaco di Baviera. Qui, venne influenzato dall'espressionismo tedesco e dalla rivista "Jugend", che lo introdusse al linearismo e alla pennellata larga e piatta, elementi che avrebbero caratterizzato il suo stile pittorico. Dopo l'esperienza a Monaco, Solero intraprese un lungo periodo di viaggi che lo portarono in Egitto, in Europa e, nel 1910, in Argentina. Questi viaggi arricchirono la sua esperienza e la sua arte, permettendogli di confrontarsi con diverse culture e paesaggi. Tuttavia, allo scoppio della prima guerra mondiale, fece ritorno in Italia e si arruolò come volontario tra gli Alpini. Combatté nelle sue terre, in Val Sesis, e dopo la disfatta di Caporetto fu fatto prigioniero, per essere liberato solo alla fine del conflitto. Rientrato a Sappada, Solero si dedicò alla pittura, ritraendo con amore e precisione le montagne e i paesaggi che lo circondavano. Le sue opere, spesso realizzate en plein air, mostrano una forte connessione con la natura e un'abilità nel catturare la luce e l'atmosfera delle Dolomiti. La tavolozza di Solero era influenzata dalla secessionista tedesca, soprattutto nella trattazione delle nature morte, e le sue composizioni erano caratterizzate da un colorismo vivace e da una pennellata sicura e decisa. Durante la seconda guerra mondiale, Solero interruppe la sua attività pittorica e quella espositiva, e visse un periodo di grande dolore a causa della tragica perdita della moglie, Maria Teresa Treichl, uccisa dai partigiani nel 1944. Nonostante il dolore, riprese a dipingere nel dopoguerra, esponendo soprattutto in Veneto e in Friuli. Solero era noto per la sua capacità di insegnare ai giovani l'importanza di non lasciare che l'impulso emotivo sopraffacesse la tecnica. La sua arte era un'espressione di realismo, priva di filtri culturali e simbologie, che rifletteva la sua visione pura e diretta del mondo. Le sue opere, che includono paesaggi come "Casolari in montagna", "Cime innevate", "Monte Pleros – Sul confine tra Carnia e Cadore", e "Sappada – Agosto 1938", sono state apprezzate per la loro freschezza e sincerità. Solero morì a Sappada il 19 aprile 1975, all'età di 94 anni, dopo una vita dedicata all'arte e alla montagna. La sua eredità artistica continua a essere apprezzata e le sue opere sono ricercate dai collezionisti, con quotazioni che variano a seconda delle dimensioni e della qualità dei dipinti. Il record d'asta per una sua opera, "Mattinata sui monti", è di 10.500 euro, stabilito nel 2006. La vita di Pio Solero è stata segnata da successi artistici e da drammi personali, ma la sua arte rimane una testimonianza della bellezza delle Dolomiti e della profondità del suo legame con la natura. Attraverso le sue opere, Solero ha nobilitato i paesaggi montani e le semplici nature morte, trasmettendo la sua passione e il suo rispetto per l'ambiente che lo ha ispirato per tutta la vita.
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