La Galleria Ponti compra opere e quadri del pittore Ardengo Soffici ( Rignano sull'Arno 1879 - Vittoria Apuana 1964). Forniamo informazioni su prezzi, valore attuale di mercato, quotazioni, valutazioni e stime.
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Ardengo Soffici, nato il 7 aprile 1879 a Rignano sull'Arno, vicino a Firenze, è stato una figura poliedrica nel panorama culturale italiano del XX secolo, distinguendosi come pittore, scrittore, poeta, critico d'arte e intellettuale. La sua vita e la sua opera si intrecciano strettamente con le vicende storiche e culturali dell'Italia e dell'Europa, rendendolo testimone e protagonista di un'epoca di grandi trasformazioni. La giovinezza di Soffici fu segnata dal trasferimento della sua famiglia a Firenze nel 1893, dove iniziò a esplorare il mondo dell'arte. La sua formazione artistica prese avvio presso l'Accademia di Belle Arti di Firenze, dove studiò dal 1897, e proseguì alla Scuola Libera del Nudo dell'Accademia. Tuttavia, fu il suo soggiorno a Parigi, dal 1900 al 1907, a segnare profondamente il suo percorso artistico e intellettuale. In questi anni, Soffici entrò in contatto con il fermento culturale parigino, stringendo amicizia con artisti e scrittori come Braque, Derain, Picasso, Gris e Apollinaire. Queste esperienze lo espose alle correnti d'avanguardia dell'epoca, come il cubismo e il futurismo, influenzando significativamente la sua produzione artistica e critica. Rientrato in Italia, Soffici divenne un fervente promotore dell'arte moderna, contribuendo a introdurre le novità dell'arte francese attraverso i suoi articoli sulla rivista culturale "La Voce". Nel 1910, organizzò a Firenze una mostra impressionista, dedicando una sala intera all'opera di Medardo Rosso. L'anno successivo, la sua recensione critica di una mostra futurista lo portò a essere aggredito dai membri del gruppo in un caffè fiorentino. Nonostante ciò, Soffici sviluppò un entusiasmo per il futurismo, partecipando alle esposizioni del movimento nel 1913 e dando spazio alle sue teorie artistiche sulla rivista "Lacerba", da lui fondata insieme a Giovanni Papini. Durante la Prima Guerra Mondiale, Soffici servì come soldato, un'esperienza che influenzò profondamente la sua visione del mondo e la sua arte. Al ritorno dal fronte, manifestò un rinnovato apprezzamento per la tradizione, che si rifletté nelle sue opere pittoriche, caratterizzate da paesaggi naturalistici che divennero il fulcro della sua produzione artistica per il resto della vita. Soffici fu anche un attivo critico d'arte, impegnato nella valorizzazione di artisti dell'impressionismo e del postimpressionismo francese, e un sostenitore del fascismo, visione che influenzò alcuni aspetti della sua produzione letteraria e artistica. Nel 1939, fu nominato accademico d'Italia, riconoscimento della sua importanza nel panorama culturale italiano. La sua produzione letteraria è vasta e variegata, comprendendo poesie, romanzi, saggi e diari, nei quali esplorò temi legati all'arte, alla cultura e alla società del suo tempo. Tra le sue opere più note si annoverano "Ignoto toscano", "Lemmonio Boreo", "Arlecchino" e "Giornale di bordo", oltre a numerosi saggi sull'arte e sulla critica. Ardengo Soffici morì il 19 agosto 1964 a Forte dei Marmi, lasciando un'eredità complessa e sfaccettata, testimone di un periodo di grande fermento culturale e artistico. La sua vita e la sua opera riflettono le tensioni e le contraddizioni di un'epoca segnata da profondi cambiamenti, e la sua figura rimane un punto di riferimento essenziale per comprendere le dinamiche culturali e artistiche dell'Italia del Novecento.
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