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Telemaco Signorini fu una figura centrale nell'arte italiana del XIX secolo, noto soprattutto per il suo ruolo di spicco nel gruppo dei Macchiaioli, un movimento artistico che anticipò l'Impressionismo francese. Nato a Firenze il 18 agosto 1835, Signorini era figlio di Giovanni Signorini, un modesto ma stimato pittore di corte per il Granduca di Toscana, Leopoldo II, e di Giustina Santoni. Cresciuto in un ambiente culturalmente qualificato, Signorini mostrò fin da piccolo un'inclinazione verso la letteratura, ma sotto l'influenza del padre, si orientò verso la pittura, iscrivendosi all'Accademia di Belle Arti di Firenze nel 1852. Durante la sua adolescenza, Signorini lavorò a fianco del padre, sviluppando le sue abilità artistiche. Tuttavia, si dimostrò presto insoddisfatto degli insegnamenti accademici, manifestando un'insofferenza verso il clima culturalmente rigido imposto dai maestri. Nel 1854, iniziò a dipingere paesaggi en plein air, una pratica che avrebbe caratterizzato il suo stile artistico. L'anno seguente, espose per la prima volta, presentando opere ispirate dalle opere di Walter Scott e Machiavelli. Nel 1855, Signorini iniziò a frequentare il Caffè Michelangiolo a Firenze, dove incontrò altri artisti toscani come Giovanni Fattori e Silvestro Lega, che presto sarebbero stati conosciuti come i Macchiaioli. Questo gruppo di artisti si opponeva alle convenzioni accademiche e cercava di catturare la luce, l'ombra e il colore naturali attraverso la pittura all'aperto. Signorini divenne non solo uno dei principali pittori del gruppo, ma anche il loro principale polemista, promuovendo le loro idee e tecniche innovative. Nel 1859, Signorini si arruolò come volontario nelle truppe di Giuseppe Garibaldi durante la Seconda Guerra d'Indipendenza italiana, un'esperienza che influenzò profondamente la sua arte, portandolo a dipingere scene militari che espose negli anni successivi. Dopo la guerra, nel 1861, visitò Parigi, dove entrò in contatto con artisti come Edgar Degas e altri esponenti italiani all'estero, come Giovanni Boldini e Giuseppe De Nittis. Nonostante questi incontri, Signorini rimase profondamente radicato in Italia. La sua produzione artistica fu varia e prolifica, spaziando da paesaggi a scene di genere e soggetti sociali. Signorini non si limitò a un unico stile, ma adattò il suo linguaggio artistico al soggetto che intendeva raffigurare, dimostrando una grande sensibilità verso le diverse atmosfere e culture dei luoghi che dipingeva. Tra le sue opere più note ci sono "Sulle colline a Settignano", "Bagno penale a Portoferraio" e "La toilette del mattino", che mostrano il suo interesse per la condizione umana e la denuncia sociale. Signorini fu anche un critico d'arte e scrittore, pubblicando numerosi scritti e ricordi che riflettevano la sua acuta osservazione della realtà e la sua capacità di esprimere con chiarezza le intenzioni dei nuovi artisti. La sua vita privata non fu altrettanto brillante come la sua carriera artistica; era noto per il suo carattere intollerante e per la sua vita solitaria, sebbene fosse ben inserito negli ambienti culturali dell'epoca. Nel corso della sua vita, Signorini viaggiò frequentemente, sia in Italia che all'estero, in particolare in Francia e in Inghilterra, dove i suoi lavori furono apprezzati e venduti con successo. Nonostante la sua avversione per l'insegnamento accademico, nel 1892 ricevette l'incarico di insegnante di disegno all'Istituto Superiore di Magistero Femminile a Firenze, un ruolo che accettò con riluttanza. Telemaco Signorini morì a Firenze il 10 febbraio 1901, all'età di 66 anni. La sua eredità artistica è conservata in numerose collezioni pubbliche e private in Italia e all'estero, e il suo contributo al movimento dei Macchiaioli rimane un punto di riferimento fondamentale per la comprensione dell'arte italiana del XIX secolo.
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