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Giovanni Signorini nacque a Firenze il 9 dicembre 1810 in una famiglia di umili origini. Suo padre, Lorenzo, era un vinaio che in seguito divenne conciatore, un mestiere che Giovanni intraprese dopo aver concluso gli studi accademici. Nonostante le modeste condizioni economiche e sociali della sua famiglia, Signorini perseguì il suo sogno di diventare pittore. Nel 1839, fece il suo debutto all'esposizione annuale dell'Accademia di Belle Arti di Firenze con due copie: una Marina di Salvator Rosa e una di Claudio Lorenese. A quella data, era già sposato da anni con Giustina Santoni, descritta come possidente dal figlio Telemaco in una biografia stilata nel 1892. Signorini si formò principalmente come copista, prediligendo il paesaggio del Seicento e i lavori di artisti come Claude Lorrain e Salvator Rosa. La sua abilità nel riprodurre fedelmente le opere di questi maestri gli permise di esordire in Accademia e di farsi conoscere nel panorama artistico fiorentino. Le sue vedute di Firenze, caratterizzate da una composizione chiara e da una luce intensa, riflettevano la sua ammirazione per il paesaggio classico e la sua capacità di catturare l'essenza della città. Nel corso degli anni '50 del XIX secolo, Signorini aprì una scuola di pittura dove formò non solo i suoi figli ma anche altri artisti, tra cui Vincenzo Cabianca. Il suo talento come vedutista gli valse il soprannome di "pittore del Granduca", in riferimento a Leopoldo II di Lorena che apprezzava molto il suo lavoro. Signorini fu incaricato di decorare alcuni ambienti di Villa Demidoff e ricevette commissioni importanti, tra cui la decorazione di vedute per il mercato dei turisti, che desideravano portare con sé un ricordo di Firenze. Le sue opere più note includono scene di vita quotidiana e festività fiorentine, come "Befana al mercato novo" e "Berlingaccio in piazza Santa Croce". Queste rappresentazioni non solo mostravano la sua abilità tecnica ma anche la sua capacità di catturare l'atmosfera e l'energia delle celebrazioni cittadine. Signorini si dedicò anche a vedute di Firenze dal Monte alle Croci, spesso replicate per soddisfare la domanda dei visitatori. Nel 1860, Signorini intraprese un viaggio nell'Italia settentrionale insieme al figlio Telemaco, visitando città come Torino, Milano e Venezia. Questo viaggio fu significativo per entrambi, poiché permise loro di esplorare nuovi paesaggi e di arricchire il proprio repertorio artistico. Tuttavia, la sua carriera fu interrotta dalla malattia che lo costrinse a smettere di lavorare. Giovanni Signorini morì a Firenze il 8 agosto 1862, all'età di cinquantaquattro anni. La sua eredità artistica è stata portata avanti dal figlio Telemaco Signorini, che divenne un esponente di spicco della scuola dei macchiaioli, un movimento artistico italiano che si sviluppò nella seconda metà del XIX secolo. Le opere di Giovanni Signorini sono state esposte in numerose mostre, tra cui quella tenutasi a Palazzo Antinori a Firenze nel 2019, dove sono state presentate accanto a quelle del figlio Telemaco. Giovanni Signorini è ricordato per la sua capacità di fondere la tradizione pittorica del paesaggio classico con una sensibilità moderna, creando opere che rimangono apprezzate per la loro bellezza e per il loro valore storico. Le sue vedute di Firenze, in particolare, continuano a essere ricercate dai collezionisti e dagli amanti dell'arte per la loro capacità di evocare l'atmosfera e lo spirito della città toscana nel XIX secolo.
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