La Galleria Ponti compra opere e quadri del pittore Alessandro Scorzoni ( Crespellano 1858 - Bologna 1933). Forniamo informazioni su prezzi, valore attuale di mercato, quotazioni, valutazioni e stime.
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Alessandro Scorzoni, nato il 22 aprile 1858 a Calcara di Crespellano, nella provincia di Bologna, è stato un pittore italiano noto per la sua capacità di ritrarre una vasta gamma di soggetti, che spaziavano dalle immagini sacre e allegoriche a ritratti e paesaggi. La sua vita, segnata da una povertà spesso estrema e da una solitudine accentuata dall'abbandono della moglie e dei due figli, non gli impedì di esprimere il suo talento artistico e di lasciare un'impronta significativa nel panorama artistico italiano. Scorzoni intraprese gli studi artistici presso l'Accademia di Belle Arti di Bologna dal 1872 al 1879, dimostrando fin da subito una brillante versatilità. Fu allievo di Antonio Puccinelli e Salvatore Muzzi, da cui ereditò una propensione verso una pittura di matrice verista. Nonostante le sue umili origini, riuscì a completare gli studi accademici con lode e premi, specializzandosi in diverse tecniche pittoriche, dalla tempera al pastello, dall'olio all'acquarello, fino all'affresco. La sua carriera artistica fu caratterizzata da una produzione eclettica. Tra i suoi lavori principali si annoverano il "Ritratto della madre di Gino Rocchi" in pastello, "Il Purgatorio" in stile seicentesco, e l'affresco "San Martino che fa l'elemosina al povero" nel castello di San Martino dei Manzoli. Inoltre, dipinse diciotto tempere in lunette raffiguranti "La vita agreste" per la storica villa Giovannina a Cento e realizzò decorazioni a tempera con putti e fregi nel palazzo Reale Grandine. Scorzoni fu anche un apprezzato freschista e decoratore, richiesto per la sua abilità nel realizzare opere di grande impatto visivo. Tra le sue commissioni più importanti, si ricordano i freschi per il palazzo Malvezzi e l'oratorio di San Michele in Bosco, nonché le decorazioni per la Manifattura Minghetti e due arazzi di "Amor Ardente" e "Amor Calmo" in Palazzo Corni a Modena. Nonostante la sua abilità e il riconoscimento ottenuto nel corso della vita, Scorzoni visse in condizioni di povertà, morendo indigente all'Ospedale Maggiore di Bologna il 31 luglio 1933. La sua vita fu segnata da una solitudine profonda, aggravata dall'abbandono della famiglia, che tuttavia non intaccò la sua passione per l'arte e la sua dedizione alla pittura. Il paesaggio fu un tema particolarmente caro a Scorzoni, che lo trattò con una saldezza strutturale e una luce che esaltava i valori di superficie. Le sue vedute delle colline bolognesi, come San Ruffillo, il Savena e l'Idice, sono testimonianza della sua capacità di catturare l'essenza del vero attraverso la pittura. La sua arte, sebbene non seguisse clamorosamente nessuna scuola o movimento artistico, fu influenzata dai vari indirizzi artistici che si susseguirono nel corso degli anni. Scorzoni rimase vigile e attento a ciò che vedeva e accadeva intorno a lui, riuscendo a filtrare le sue osservazioni in una forma lirica che spesso anticipava note di modernismo. Nonostante le difficoltà incontrate nella vita, Scorzoni ottenne riconoscimenti significativi, come il Premio Bevilacqua nel 1884 e la nomina ad Accademico d'onore dell'Accademia di Belle Arti di Bologna nel 1898. Le sue opere furono esposte in numerose mostre, tra cui quelle organizzate dall'Associazione per le Arti "Francesco Francia" dal 1895 al 1906, e sono conservate in importanti collezioni pubbliche e private. La sua eredità artistica è stata celebrata in diverse retrospettive, tra cui quelle tenutesi al Museo Civico di Bologna nel 1982 e al Museo Storico Didattico della Tappezzeria nella Villa Spada di Bologna nel 1999, confermando il suo posto tra i pittori italiani di fine Ottocento e inizio Novecento che hanno saputo interpretare con sensibilità e originalità il proprio tempo e il proprio ambiente.
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