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Domenico Scattola fu un pittore italiano nato a Verona il 4 febbraio 1814 e deceduto a Milano l'8 giugno 1876. Di umili origini, Scattola non ebbe un'educazione artistica formale fino all'età di vent'anni, quando iniziò a ricevere le prime lezioni da Lorenzo Muttoni, un maestro nella sua città natale. Nonostante la partenza tardiva, Scattola dimostrò un notevole talento e iniziò a esporre le sue opere già nel 1835, all'Esposizione di Belle Arti di Verona. La sua carriera prese una svolta significativa nel 1839, quando si trasferì a Milano, un centro artistico in cui l'influenza del celebre pittore Francesco Hayez era predominante. A Milano, Scattola assorbì gli elementi del Romanticismo, che si riflettevano nei temi e nello stile delle sue opere. Durante questo periodo, produsse ritratti e opere di genere che esprimevano un gusto romantico, come "Odalisca" e "Quadretto di famiglia", esposti a Verona nel 1843, e "La figlia maggiore" e "Giulietta prima di prendere il sonnifero", presentati a Milano nel 1846. L'anno 1848 fu cruciale per Scattola, non solo artisticamente ma anche personalmente, poiché partecipò attivamente all'insurrezione milanese conosciuta come le Cinque Giornate di Milano. Questo evento ebbe un impatto profondo sulla sua arte, spostando il suo interesse verso soggetti contemporanei e scene di vita quotidiana con un forte contenuto sociale e morale. Le sue opere di questo periodo, come "Il povero padre di famiglia di ritorno dal lavoro" (1851) e "Una perdita irreparabile" (1858), riflettevano la vita e le sfide del suo tempo, spesso con un approccio didascalico e moraleggiante. Scattola si distinse anche per la rappresentazione di temi risorgimentali, come evidenziato dal suo dipinto "Una perquisizione ed arresto per motivi politici", esposto a Brera nel 1861. Queste opere cronache risorgimentali erano un riflesso del clima politico e sociale dell'Italia dell'epoca, che lottava per l'unificazione e l'indipendenza. Nonostante la sua inclinazione verso i soggetti contemporanei, Scattola non abbandonò mai completamente i temi storici e i dipinti d'interno, che spesso mantenevano un legame con la pittura olandese del Seicento e con l'eredità di Hayez. Un esempio di questo è il suo dipinto "Niccolò de' Lapi", che conservava questi riferimenti stilistici. Nel 1857, l'Accademia di Pittura di Verona riconobbe il talento di Scattola conferendogli una medaglia d'argento per il suo quadro "La figlia del povero". Questo riconoscimento fu un'ulteriore conferma del suo successo e della sua abilità artistica. Domenico Scattola continuò a lavorare e a esporre fino alla sua morte, avvenuta a Milano nel 1876. La sua eredità artistica è stata preservata in varie collezioni e gallerie, tra cui la Galleria d'Arte Moderna di Verona e la Pinacoteca Tosio Martinengo di Brescia. Le sue opere sono state oggetto di interesse per collezionisti e appassionati d'arte, e il suo contributo al panorama artistico italiano dell'Ottocento rimane significativo. La biografia di Scattola è un esempio di come un artista possa essere profondamente influenzato dagli eventi storici e sociali del suo tempo, e di come questi eventi possano essere riflessi e interpretati attraverso l'arte. La sua capacità di catturare l'essenza della vita quotidiana e di esprimere temi universali attraverso la pittura lo rende una figura importante nella storia dell'arte italiana.
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