La Galleria Ponti compra opere e quadri del pittore Carlo Sbisa ( Trieste 1899 - 1964). Forniamo informazioni su prezzi, valore attuale di mercato, quotazioni, valutazioni e stime.
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Carlo Sbisà, nato a Trieste il 25 maggio 1899 e deceduto nella stessa città nel 1964, è stato un artista poliedrico che ha lasciato un'impronta indelebile nel panorama artistico italiano, specialmente nel movimento Novecento. Figlio di Annalia Pillon, operaia in uno stabilimento chimico-industriale, e di Carlo, macchinista navale, Sbisà dimostrò fin da giovane una spiccata predisposizione per il disegno, tanto che i suoi genitori decisero di iscriverlo alla sezione artistica della Civica scuola reale di Trieste, dove si diplomò nel 1916. La sua formazione artistica proseguì all'Accademia di Belle Arti di Firenze, dove studiò dal 1919 al 1923. Durante questi anni fiorentini, Sbisà coltivò importanti amicizie con artisti del calibro di Felice Carena, Ugo Oppi, Achille Funi e Giovanni Colacicchi, con i quali condivise l'aspirazione a un rigore formale di matrice rinascimentale. Questo periodo fu cruciale per la sua formazione e lo vide realizzare opere significative che rievocano la grande pittura del Quattrocento, come la "Venere della Scaletta" (1928), conservata al Museo Civico Revoltella di Trieste. Nel 1925, Sbisà realizzò una pala d'altare per la chiesa di San Martino a Firenze, segnando l'inizio di una serie di commissioni che lo avrebbero portato a esporre alla Biennale di Venezia del 1922 e a tenere una mostra personale alla Galleria del Milione di Milano nel 1931. Durante gli anni Trenta, si dedicò particolarmente alla pittura ad affresco e alla decorazione navale, realizzando opere per il Museo del Risorgimento e il palazzo delle Assicurazioni Generali a Trieste. Tuttavia, la sua carriera subì una svolta drastica all'inizio degli anni Cinquanta, quando, a seguito di una crisi creativa scatenata da eventi personali e dalla partecipazione alla Commissione di epurazione delle libere professioni di Trieste nel dopoguerra, decise di abbandonare la pittura per dedicarsi alla scultura e alla ceramica. Tra le sue opere scultoree più note ci sono i rilievi per la cappella della stazione centrale di Trieste e per la basilica di Aquileia. Nonostante il progressivo allontanamento dalla pittura, Sbisà non smise mai di esplorare nuove forme d'arte. Fondò a Trieste la Libera scuola di acquaforte, contribuendo alla formazione di nuove generazioni di artisti. La sua abilità nell'incisione era già stata riconosciuta nel 1922, quando espose un ritratto a puntasecca alla Biennale di Venezia, accanto ai lavori dell'incisore fiorentino Emilio Mazzoni-Zarini. Carlo Sbisà è stato un artista che ha attraversato e influenzato diversi movimenti artistici, dal Novecento italiano al realismo magico, mantenendo sempre un legame profondo con la sua città natale, Trieste. Le sue opere, che spaziano dalla pittura all'affresco, dalla scultura alla ceramica, fino all'incisione, sono testimonianza di un talento eclettico e di una ricerca artistica costante, che lo hanno reso uno dei protagonisti della scena artistica italiana del XX secolo.
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FRANCO ANGELI
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