Siamo interessati all’acquisto e alla vendita di importanti opere del pittore Mario Mafai. Forniamo stime e valutazioni e informiamo su quotazioni, prezzi e valori.
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Quanto vale un’opera di Mario Mafai?
Mario Mafai (Roma, 1902-1965), uno dei protagonisti della Scuola Romana, è oggi molto apprezzato da collezionisti, case d’aste e amanti dell’arte italiana del Novecento. Le sue opere garantiscono un mix di valore artistico e storico, con quotazioni che riflettono la ricchezza espressiva del suo stile e le diverse fasi della sua produzione.
Le opere ad olio su tela o su tavola di Mafai, specialmente quelle realizzate tra gli anni ’20 e ’30, rappresentano la parte più prestigiosa del suo catalogo. In questi anni Mafai sperimenta, definisce la sua poetica, produce viste urbane emblematiche, nature morte, scene intime, ritratti, che oggi sono tra i pezzi più ricercati. In media le quotazioni per tali opere possono variare da € 3.000 a € 30.000, talvolta molto di più per pezzi eccezionali, ben conservati, firmati, datati, con ottima documentazione.
Per le opere degli anni successivi, ossia decenni ’40, ’50 e fino agli ultimi anni della sua attività, i valori tendono ad essere inferiori rispetto al periodo giovanile, ma restano comunque significativi per chi possiede tele o dipinti con soggetti riconoscibili, buona composizione e condizione integra. In questi casi il mercato colloca molti lavori nella fascia € 1.500-€ 15.000 a seconda di dimensioni, soggetto e provenienza.
Le opere su carta, come disegni, pastelli, chine, acquerelli, sono più accessibili, ma non per questo prive di valore: per Mafai i disegni storici o di periodi intensi costano generalmente tra € 300 e € 5.000-8.000, dipendendo da data, soggetto, firma e stato di conservazione.
Alcune aggiudicazioni concreti confermano queste fasce: ad esempio, “Tetti, 1959” (olio su tavola, cm 45×31) è stato venduto per € 3.870 in un’asta di Finarte, con stima iniziale tra € 3.000-4.000. Oppure, un “Autoritratto, 1941” (olio su tela/tavola) stimato € 6.000-10.000 in un’asta a Roma.
Ogni opera è unica e il suo valore va valutato attentamente in base a autenticità, provenienza e contesto di mercato.
In conclusione, chi possiede un’opera di Mafai può aspettarsi prezzi molto variabili: per lavori “ordinari” del dopoguerra o su carta piccola si resta su cifre più modeste, mentre le opere storiche, grandi tele firmate, documentate, delle fasi iniziali della sua carriera possono raggiungere cifre elevate.
Come vendere un’opera di Mario Mafai?
Se desideri intraprendere la vendita di opere di Mario Mafai, inviaci foto e indicaci tutte le informazioni in tuo possesso.
Le risposte avvengono sempre in giornata. Per il primo approccio, si prega di mandare le immagini tramite Whatsapp, cliccando sul bottone in basso a sx, oppure tramite mail. Saremo noi a ricontattarvi in caso avessimo bisogno di maggiori informazioni.
E’ importante sapere la storia dell’opera: provenienza di acquisto ed eventuali documentazioni (fatture, certificati di autenticità) a certificarne la storia.
FAQ per vendita opere Mario Mafai
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“Quanto tempo richiede la vendita?” Generalmente le transazioni di vendita avvengono in pochissimi giorni, con pagamento immediato in caso di acquisto diretto da parte nostra.
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“Quali documenti servono?” Generalmente serve il certificato di autenticità dell’opera. Ma in caso di assenza di quest ultimo, saremo noi ad occuparcene.
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“Chi fissa il prezzo?” Il prezzo di un’opera è sempre dato dal mercato.
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“Devo pagare le tasse su una vendita?” Assolutamente no. Il soggetto privato che vende un’opera d’arte non è tenuto al pagamento di alcuna tassa.
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“Quanto tempo richiede la vendita?” Generalmente le transazioni di vendita avvengono in pochissimi giorni, con pagamento immediato in caso di acquisto diretto da parte nostra.
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“Quanto tempo richiede la vendita?” Generalmente le transazioni di vendita avvengono in pochissimi giorni, con pagamento immediato in caso di acquisto diretto da parte nostra.
- “Acquistate tutte le opere di questo artista?” No, non acquistiamo tutte le opere. Selezioniamo quelle che possano essere di interesse della nostra galleria d’arte.
Biografia
Mario Mafai (Roma, 12 febbraio 1902 – Roma, 31 marzo 1965) è stato uno dei più importanti pittori italiani del Novecento e tra i principali esponenti della Scuola Romana. Nato da Eleonora De Blasis, Mafai fu registrato all’anagrafe con un cognome inventato dalla levatrice, poiché il padre non era noto. Solo nel 1935 venne riconosciuto dal compagno della madre, Mario Volpe, adottandone il cognome. Fin da giovane abbandonò gli studi tradizionali per dedicarsi alla pittura, frequentando la Scuola Libera del Nudo presso l’Accademia di Belle Arti di Roma, dove ebbe modo di entrare in contatto con artisti come Gino Bonichi, noto come Scipione.
Negli anni Venti, Mario Mafai conobbe Antonietta Raphaël, pittrice e scultrice di origine lituana. Tra i due nacque un sodalizio artistico e personale che li portò, nel 1929, a fondare la Scuola Romana, un movimento che si distinse per la sua opposizione al classicismo imperante nell’arte italiana del tempo. La Scuola Romana privilegiava un linguaggio espressionista e intimista, incentrato sull’analisi della città e della condizione umana. La loro abitazione e studio in via Cavour a Roma divenne presto un punto di riferimento per artisti, intellettuali e critici d’arte.
Le opere di Mario Mafai riflettono una visione intensa e personale della realtà. Tra i suoi dipinti più significativi si ricordano “Demolizioni di Via Giulia” (1928), in cui cattura la trasformazione urbana di Roma, e “Paesaggio romano” (1929), caratterizzato da un’attenzione particolare alla luce e all’atmosfera della città. Negli anni Trenta, con “Demolizioni dell’Augusteo” (1936), Mafai continua a raccontare i cambiamenti della capitale, mentre negli anni Cinquanta con “Gli scaricatori di carbone” (1950) si concentra sulla vita quotidiana e sul lavoro degli operai, dimostrando una forte sensibilità sociale ed emotiva. Le sue opere sono oggi conservate in importanti collezioni e musei, tra cui la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma e il Museo Palazzo Ricci di Macerata.
La vita personale di Mario Mafai fu segnata da momenti difficili. Durante la Seconda Guerra Mondiale, a causa delle origini ebraiche della moglie Antonietta Raphaël, dovette nascondersi e molte delle sue opere furono distrutte. Nonostante ciò, Mafai continuò a dipingere, mantenendo uno stile originale e una visione critica del mondo che lo circondava. La coppia ebbe tre figlie: Miriam, Simona e Giulia, che mantennero viva la memoria del padre e della madre nel mondo dell’arte italiana.
Mario Mafai morì a Roma nel 1965, lasciando un’eredità artistica fondamentale per la comprensione della Scuola Romana e dell’arte italiana del Novecento. Ancora oggi, i suoi dipinti sono apprezzati per l’intensità espressiva, l’uso della luce e la capacità di raccontare la città e la vita attraverso pennellate piene di emozione e realismo.
Come riconoscere un’opera autentica di Mafai?
Stabilire l’autenticità di un dipinto o di un disegno di Mario Mafai è un passaggio fondamentale per attribuirgli il giusto valore artistico ed economico. Come accade per tutti i grandi maestri del Novecento, infatti, il mercato è molto attento alla provenienza, alla documentazione e alle caratteristiche tecniche dell’opera.
1. Firma e data
Le opere autentiche di Mafai sono quasi sempre firmate e spesso datate. La firma può trovarsi sul fronte o sul retro della tela, ed è importante confrontarla con altri esempi certificati per verificarne la coerenza stilistica. Attenzione a firme aggiunte successivamente o poco convincenti.
2. Stile e soggetti
Mafai è riconoscibile per il suo stile pittorico lirico e materico, con pennellate morbide, tonalità calde e atmosfere malinconiche.
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Nei lavori degli anni ’20 e ’30 troviamo paesaggi urbani, vedute di Roma, nature morte e composizioni espressive, tutte con una pennellata densa ma vibrante.
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Negli anni successivi, soprattutto nel dopoguerra, il segno diventa più sciolto, con colori meno cupi e maggiore luminosità.
Un occhio allenato può cogliere queste differenze di periodo e capire se l’opera proposta è coerente con la produzione dell’artista.
3. Supporti e materiali
Mafai dipingeva prevalentemente a olio su tela o su tavola, ma realizzò anche molti disegni, chine e acquerelli su carta. È importante che i materiali siano compatibili con il periodo dichiarato: una tela troppo recente o un supporto moderno non sono un buon segnale.
4. Documentazione e provenienza
Per un collezionista, la provenienza è cruciale: fatture di gallerie, etichette sul retro, cataloghi di mostre, pubblicazioni o inserimenti in repertori critici rafforzano l’autenticità dell’opera. La presenza di tali documenti aumenta non solo la sicurezza, ma anche il valore di mercato.
5. Archiviazione e perizie
Oggi il criterio più affidabile è l’autenticazione da parte degli esperti e archivi ufficiali dedicati a Mario Mafai. Ottenere un certificato da enti riconosciuti è essenziale per poter vendere o esporre l’opera nelle principali gallerie e case d’asta.
6. Stato di conservazione
Infine, è bene verificare che lo stato di conservazione sia coerente con l’età dell’opera. Una tela di oltre 70-90 anni deve mostrare un invecchiamento naturale: craquelure, patina, telai originali o restauri documentati. Un’opera troppo “nuova” per la datazione indicata può sollevare dubbi.
** per capirne l’autenticità, contattare l’archivio ufficiale di Mario Mafai o la tua galleria di riferimento.
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