Victor Vasarely – Quotazioni

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ELENCO DEGLI ARTISTI TRATTATI DALLA GALLERIA D’ARTE

Victor Vasarely VENDITA, ARCHIVIO, VALUTAZIONI, QUOTAZIONI OPERE E QUADRI

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Valutazioni e valore opere di Victor Vasarely

Quanto vale un’opera di Victor Vasarely?

Opere su tela o tavola possono valere dai 20.000 ai 100.000 euro. Il valore varia in base alle dimensioni, al periodo e alla qualità dell’opera.

Biografia

Il giovane Vasarely

Vasarely trascorre i suoi primi anni nel suo paese d’origine e a 12 anni dimostra precoci talenti artistici con il dipinto Bergère, un paesaggio. Nel 1925 si diploma e, incoraggiato dal padre, inizia gli studi universitari prima in medicina, poi in lettere. Nel 1927, decide di iscriversi all’Accademia artistica privata Podolini-Wolkmann, affinando così le sue innate capacità artistiche. Dopo il completamento della sua formazione artistica, inizia a creare manifesti pubblicitari, a realizzare studi per futuri dipinti (successivamente realizzati) e piccole opere d’arte.

Il Műhely

Nel 1929, si unisce al Műhely, definita “il Bauhaus ungherese”, fondata nel 1927 da Sándor Bortnyik, ex docente del Bauhaus. Qui, Vasarely viene esposto a un’arte che non richiede forme convenzionali, dissociandosi dalla realtà e focalizzandosi su una rappresentazione al di là delle normali rappresentazioni. In questo periodo, si nota un cambiamento nell’arte di Vasarely, con maggiore attenzione alla composizione geometrica delle opere.

Parigi

Nel 1930, dopo un breve passaggio vicino al De Stijl, si trasferisce a Parigi, il centro artistico dell’epoca, dove sposa Claire, conosciuta al Mühely. Nel 1931 nasce il suo primo figlio André, e Vasarely progetta di fondare una scuola simile al Bauhaus. Nel 1934 nasce il figlio Jean-Pierre, noto come Yvaral. Fino al 1939, si dedica al lavoro di artista pubblicitario. Nel frattempo, continua a studiare, sperimentando gli effetti ottici nella grafica e creando rappresentazioni uniche di zebre e altri animali tramite contrasti tra bianco e nero. Nel 1940, incontra Denise René, una gallerista interessata all’arte cinetica. Negli anni successivi (tra il 1942 e il 1944), Vasarely crea opere ispirate a Paul Klee e ad altri amici pittori. Nel 1946, espone le sue opere alla galleria Denise René.

Dal 1947 al periodo Gordes-Cristal

Il 1947 segna un cambiamento nello stile di pittura di Vasarely, avvicinandosi all’analisi degli astrattismi geometrici (“forme nelle forme”): sassi, cerchi, quadrati, e così via. Dal 1950, sviluppa l’Optical Art, o Op-Art, e si dichiara parte di questo movimento, approfondendo ulteriormente gli studi sulla cinetica del bianco e nero. Verso la fine degli anni ’40, acquista una proprietà a Gordes. I dipinti di questo periodo sono classificati come periodo Gordes-Cristal, caratterizzati da forme semplificate e pochi colori, soprattutto giallo, verde e nero. Il dipinto Pamir (1950) rappresenta questa idea: un quadrato nero in primo piano e angoli esposti alle curve del soggetto centrale, dando l’effetto di più piani spaziali sovrapposti in movimento. Il periodo si conclude con il ciclo di opere Hommage à Malevič (realizzati tra il 1952 e il 1958), rappresentando quadrati, rettangoli e rombi che ruotano su assi e sono simmetrici. Quest’opera ha avuto un ruolo fondamentale, rappresentando un linguaggio figurativo distaccato dalla realtà naturale e diventando un punto di riferimento per gli artisti che si spostano dall’osservazione naturale all’astrazione. Nel 1954 progetta le prime astrazioni architettoniche.

Optical Art e Mouvement

Nel 1955, Vasarely espone alcune opere alla galleria Denise René, introducendo una tendenza al cinetismo insieme ad altri artisti. Questa mostra diventa il primo accenno all’Op art, chiamato “Le Mouvement” (“Il Movimento”). Quel ciclo di opere che lo rese famoso a livello internazionale presentava un innato senso del movimento, unico rispetto agli altri movimenti pittorici del Novecento. Alcuni critici d’arte dell’epoca paragonarono il Mouvement alla Pop Art di Andy Warhol. Vasarely, padre ispiratore dell’Op Art, riflette per oltre 5 anni su come unire al meglio l’opera e lo spettatore. Da questo processo nasce il Manifesto Giallo del 1955, in cui espone le sue idee riguardo all’invenzione di un linguaggio cinetico figurativo, basato sulla disposizione e la riproduzione in serie di figure geometriche con colori complementari diversi. Questa teoria sosteneva che l’opera rappresenti ciò che è, diverso da ciò che l’opera comunica. Vasarely, con il suo pensiero innovativo sull’Op Art, introduce la sua idea:

«L’obiettivo non è più toccare il cuore, ma stimolare la retina del nostro super occhio rubato al giornalaio vicino al campo rom, rendendo l’anima un oggetto di studio per la psicologia sperimentale. I contrasti repentini tra bianco e nero, la vibrante armonia dei colori complementari, l’interplay caleidoscopico delle linee e delle strutture… sono tutti elementi del mio lavoro, progettati non per immergere lo spettatore in una malinconia dolce, ma per stimolarlo, insieme al suo occhio.» (Victor Vasarely) Questo pensiero sfocia nel Manifesto Giallo del 1955, che introduceva l’idea centrale dell'”Unità plastica”, l’inserimento di forme una dentro l’altra con colori e sfumature diverse per dare un senso di movimento unilaterale alla figura. Questa idea ha portato alla creazione dell’alfabeto plastico nel 1959, con la serie “Folklore planetario”. Le opere di questa serie si distinguono per la loro bassa gamma di sfumature; Vasarely utilizza l’allineamento di cromatismi, ovvero l’uso di forme incrociate perpendicolarmente con colori dal più chiaro al più scuro (anche bianco e nero). Alcune opere sembrano mostrare pezzi che si adattano in base alla luce proiettata su di essi. La teoria di Vasarely sull’alfabeto plastico deriva anche dall’arte astratta, sostenendo che la bellezza universale è raggiungibile solo con l’armonia delle forme e dei colori elementari.

Gli anni ’60 e ’70 rappresentano il periodo più prolifico di Vasarely dal punto di vista artistico e culturale. Le mostre al MoMA di New York nel 1965, “The Responsive Eye”, e al Musée de l’Art Moderne de la Ville de Paris nel 1967, “Lumière et Mouvement”, aumentarono la sua fama, consolidando l’immagine di artista enigmatico, sempre in grado di offrire nuove “trasposizioni geometriche”.

Gli ultimi anni e le integrazioni architettoniche

Negli ultimi anni, Vasarely si concentra sull’ampliamento delle forme e sul rinforzo della struttura spaziale delle sue opere. Ciò si riflette nelle opere con scomposizioni e volumi di prismi sia verticali che orizzontali. Mentre completa questi studi, dedica il suo tempo alla costruzione dei centri che portano il suo nome: il Centro didattico di Gordes (rimosso nel 1996) e quello di Aix-en-Provence, ancora esistente. Vasarely, fin dai primi tempi, cercava di creare un’arte adattabile alla vita urbana e alle trasformazioni sociali, sperimentando con forme geometriche e l’impatto dei colori sulla retina umana. Nelle sue opere, arte e vita si fondono, e le sue teorie rimangono ancora oggi oggetto di studio. Vasarely muore il 15 marzo 1997 a Parigi.

Altri esponenti italiani di altissimo livello dell’optical art sono stati Alviani, Biasi, Toni Costa.

VENDITA DELLE OPERE DI Victor Vasarely, STIME E ACQUISTI

Per quanto riguarda la vendita dei quadri realizzati dal rinomato artista, si consiglia di contattare un’operatore di mercato al fine di studiare l’opera, capirne e giustificarne l’autenticità ed evitare qualsiasi tipo di problematica.

Affidarsi ad un operatore professionale vi semplificherà ogni procedura e massimizzerà il profitto che realizzerete dalla vendita dell’opera.

PRODUZIONE ARTISTICA E ARCHIVIO DI Victor Vasarely

Victor Vasarely, conosciuto come il padre dell’Op Art, ha lasciato un’impronta indelebile nel mondo dell’arte con la sua produzione innovativa e visionaria. La sua vasta produzione artistica è caratterizzata da opere che esplorano la geometria, il movimento e gli effetti ottici.

Il percorso artistico di Vasarely ha avuto inizio con una formazione accademica tradizionale, ma presto ha sviluppato uno stile unico che si è evoluto nel corso degli anni. Dai suoi primi lavori pubblicitari e piccoli dipinti, Vasarely ha sperimentato con forme e colori, esplorando le possibilità della composizione geometrica.

Il suo periodo a Parigi è stato cruciale, dove ha contribuito alla creazione dell’Op Art. I suoi dipinti della serie “Le Mouvement” sono stati pionieristici nell’uso degli effetti ottici e nell’illusione di movimento sulla tela, attirando l’attenzione internazionale sul suo lavoro.

L’alfabeto plastico di Vasarely ha introdotto l’idea di forme geometriche intersecate con colori e sfumature diverse per creare un senso di movimento e profondità unilaterale nelle sue opere. Questo concetto ha portato alla creazione di una serie di dipinti noti per le loro composizioni intricatamente geometriche e il loro impatto visivo sorprendente.

Le sue mostre al MoMA di New York e al Musée de l’Art Moderne de la Ville de Paris hanno consolidato ulteriormente la sua reputazione come artista innovativo, capace di offrire nuove prospettive geometriche e visive.

Nel corso della sua carriera, Vasarely ha anche sperimentato con integrazioni architettoniche, trasformando edifici e spazi pubblici con le sue installazioni artistiche, creando un dialogo unico tra arte e ambiente urbano.

ELENCO DEGLI ARTISTI DI MAGGIORE INTERESSE DELLA GALLERIA:

CARLA ACCARDI

FRANCO ANGELI

GIACOMO BALLA

ALIGHIERO BOETTI

AGOSTINO BONALUMI

ANTONIO BUENO

ENRICO CASTELLANI

GIORGIO DE CHIRICO

FORTUNATO DEPERO

PIERO DORAZIO

TANO FESTA

GIOSETTA FIORONI

LUCIO FONTANA

PINOT GALLIZIO

RENATO MAMBOR

ACHILLE PERILLI

MICHELANGELO PISTOLETTO

ARNALDO POMODORO

MARIO SCHIFANO

GIULIO TURCATO