La Galleria Ponti compra opere e sculture dello scultore Claudio Botta ( Manerbio 1891 - Milano 1958 ). Forniamo informazioni su prezzi, valore attuale di mercato, quotazioni, valutazioni e stime delle sue sculture.
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Claudio Botta, nato a Manerbio, Brescia, il 5 maggio 1891 e deceduto a Milano l'8 settembre 1958, è stato un artista italiano che ha lasciato un'impronta indelebile nel mondo dell'arte come scultore e pittore. La sua vita e la sua opera si intrecciano con la storia culturale e artistica dell'Italia del primo Novecento, periodo in cui l'arte attraversava trasformazioni significative e cercava nuove vie espressive. Botta crebbe in un'epoca di fervore artistico e culturale, e fin da giovane mostrò un talento eccezionale per la scultura e la pittura. La sua formazione artistica iniziò nelle accademie e nei circoli artistici italiani, dove ebbe l'opportunità di studiare e lavorare con alcuni dei più importanti artisti e maestri del tempo. Questo periodo di apprendistato fu cruciale per lo sviluppo del suo stile personale, che si sarebbe poi distinto per la capacità di fondere la tradizione classica con le tendenze artistiche contemporanee. La carriera di Botta prese slancio nei primi anni del Novecento, quando iniziò a partecipare a mostre e esposizioni nazionali e internazionali. Le sue opere furono accolte con grande interesse dalla critica e dal pubblico, permettendogli di guadagnarsi una reputazione come uno degli scultori più promettenti della sua generazione. Le sue sculture, spesso caratterizzate da una forte espressività emotiva e da una profonda riflessione sulla condizione umana, riflettevano le sue preoccupazioni etiche e sociali, nonché il suo profondo interesse per la spiritualità e il misticismo. Nel corso della sua carriera, Botta esplorò diversi temi e soggetti, dalla figura umana al sacro, dall'animale al mitologico, dimostrando una versatilità e una maestria tecniche notevoli. Le sue opere religiose, in particolare, gli valsero commissioni importanti e lo portarono a lavorare per chiese e luoghi di culto in Italia e all'estero. Tra queste, spiccano le sculture per l'Opera Pro Oriente di Sofia in Bulgaria e per una grande chiesa di Nassey in Francia, dove realizzò un alto crocifisso e una piccola "Giovanna d'Arco". Oltre alla scultura, Botta si dedicò anche alla pittura, esplorando con sensibilità e originalità il paesaggio, il ritratto e il genere storico-religioso. Le sue opere pittoriche, caratterizzate da un uso sapiente del colore e da una ricerca costante della luce, contribuirono a consolidare la sua fama di artista poliedrico e innovativo. Botta partecipò a numerose esposizioni, tra cui le Biennali Veneziane e le esposizioni nazionali di Roma, Napoli, Torino e Milano, dove le sue opere furono spesso premiate e riconosciute per il loro valore artistico. La sua "Maternità" in bronzo, esposta alla Quadriennale di Torino, fu acquistata per la Casa Reale, testimoniando il riconoscimento ufficiale del suo talento. Nonostante il successo e il riconoscimento, Botta visse una vita segnata da momenti di difficoltà e sfide personali. La sua ricerca artistica fu sempre accompagnata da un profondo impegno etico e da una costante riflessione sul ruolo dell'artista nella società. Questa tensione tra arte e vita, tra espressione individuale e impegno collettivo, caratterizzò l'intera sua opera, rendendola un testimone prezioso del suo tempo. Claudio Botta lasciò un'eredità artistica di grande valore, che continua a essere studiata e apprezzata per la sua capacità di coniugare la tradizione con l'innovazione, il locale con l'universale, l'individuale con il collettivo. La sua opera rimane un punto di riferimento importante per gli artisti e gli studiosi di arte contemporanea, testimoniando la vitalità e la complessità dell'arte italiana del Novecento.