La Galleria Ponti compra opere e sculture dello scultore Carlo Albacini ( Roma 19� secolo - 20� secolo ). Forniamo informazioni su prezzi, valore attuale di mercato, quotazioni, valutazioni e stime delle sue sculture.
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Carlo Albacini fu uno scultore e restauratore italiano, noto per la sua abilità nel ripristinare sculture antiche e per le sue copie di celebri opere classiche. Nato intorno al 1734, probabilmente a Fabriano nelle Marche, Albacini si formò inizialmente presso l'atelier di Bartolomeo Cavaceppi a Roma, dove acquisì le competenze che gli permisero di emergere nel panorama artistico del tempo. La sua carriera prese slancio negli anni '70 del Settecento, quando iniziò a ricevere commissioni da importanti viaggiatori stranieri di passaggio a Roma. La sua fama crebbe rapidamente e nel 1783 fu accolto come accademico di merito presso l'Accademia di San Luca, un riconoscimento significativo che attestava il valore del suo lavoro e la stima di cui godeva nel mondo artistico. Albacini fu particolarmente attivo per la corte borbonica, occupandosi del restauro di numerose sculture della collezione Farnese che, verso la fine del XVIII secolo, dovevano essere trasferite da Roma a Napoli. Questi lavori di restauro sono documentati tra il 1786 e il 1800 e rappresentano una parte significativa della sua attività professionale. Inoltre, per l'imperatrice di Russia Caterina II, Albacini realizzò un ritratto a figura intera, che le fonti dell'epoca ricordano ma che si ritiene sia andato perduto durante la seconda guerra mondiale. Tra le sue opere più note, si ricorda il monumento sepolcrale di Anton Raphael Mengs (1780) nella chiesa di SS. Michele e Magno a Roma e la memoria sepolcrale di Giovanni Battista Piranesi nella chiesa di S. Maria del Priorato a Pietroburgo. Albacini morì a Roma nel 1813, lasciando il suo atelier in via de' Greci al figlio Filippo, che ne continuò l'attività. Come scultore, Albacini fu impegnato non solo nei restauri ma anche nella creazione di copie di famosi capolavori dell'antichità, apprezzate da collezionisti e intenditori d'arte. Tuttavia, la conoscenza delle sue opere originali è ancora piuttosto limitata. Tra le sue opere più celebri, si annovera un busto di Virgilio, scolpito intorno al 1790, che si distingue per la precisione e la raffinatezza esecutiva, caratteristiche che contraddistinguono tutta la produzione dello scultore. Albacini fu anche un abile restauratore, noto per aver integrato alcuni marmi delle collezioni pontificie. Alcune delle sue restaurazioni, tuttavia, sono considerate libere secondo gli standard moderni. Ad esempio, nella famosa Afrodite Kallipygos di Napoli, la testa, il seno destro scoperto, il braccio sinistro e la gamba destra sotto il ginocchio sono restauri di Albacini. Nonostante ciò, il suo lavoro fu molto richiesto e apprezzato all'epoca, tanto che fu il principale restauratore per Thomas Jenkins, il cui cliente preminente era Charles Townley, la cui collezione si trova oggi al British Museum. La sua abilità nel restauro e nella copia di sculture classiche lo rese una figura di spicco nel contesto artistico romano dell'epoca, un periodo in cui la città era un vivace centro di collezionismo e mercato d'arte. La sua bottega divenne un punto di riferimento per l'aristocrazia e per i collezionisti d'arte che desideravano possedere pezzi di antichità o copie fedeli di opere classiche. La morte di Albacini non segnò la fine della sua influenza artistica, poiché il figlio Filippo continuò a gestire l'atelier e a perpetuare l'eredità del padre nel campo del restauro e della scultura. La loro bottega rimase un luogo di produzione artistica e di scambio culturale, contribuendo a mantenere viva la tradizione della scultura classica e del restauro nell'Italia del XIX secolo.