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Giovanni-Andrea Gilio - vendita di quadri antichi del pittore


Ponti Art compra opere, quadri e sculture di Giovanni-Andrea Gilio ( XVI cent. - ). Forniamo informazioni su prezzi, valore attuale di mercato, quotazioni, valutazioni e stime. Siamo interessati a importanti pittori e scultori antichi, ambito, scuola o attribuito all'artista.




La Galleria d'arte Ponti seleziona e tratta le migliori sculture, quadri e incisioni antiche. Su richiesta forniamo stime e valutazioni gratuite, comunichiamo i prezzi, le quotazioni e i valori attuali di mercato.
 

Acquistiamo opere in tutta Italia


Se siete interessati a COMPRARE o VENDERE opere di Giovanni-Andrea Gilio contattateci subito.

 

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Inviateci una foto frontale del quadro, una del retro e una della firma. Indicateci inoltre le dimensioni dell’opera. Se possibile, informateci sulla provenienza d’acquisto dell’opera e su ogni genere di documentazione disponibile (ricevute d’acquisto, certificati di autenticità, pubblicazioni). Un nostro operatore vi risponderà in giornata. Garantiamo massima riservatezza ed estrema professionalità.
 
 Potete inviare le foto tramite WHATSAPP TRAMITE MAILgalleriaponti@gmail.com

Tel. (+39) 066871425

Cell./WhatsApp. (+39) 3205747749

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Contattateci e segnalateci la vostra richiesta. Vi informeremo sulle opere disponibili. Offriamo anche la possibilità di iscrivervi alla nostra NEWSLETTER, tramite la quale sarete informati all’inizio di ogni mese sulle ultime acquisizioni della Galleria d’arte.

Giovanni-Andrea Gilio pittore scultore vendite di opere d'arte. Quotazioni, prezzi, stime, valore e valutazioni dei quadri sculture

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Biografia del pittore

Giovanni Andrea Gilio, nato a Fabriano in un anno non precisato della prima metà del XVI secolo, è noto per essere stato un presbitero italiano attivo nella seconda metà dello stesso secolo. La sua prima opera nota fu pubblicata nel 1550, ma non si conosce molto sulla sua vita personale o sulla sua formazione. Gilio è ricordato principalmente per la sua produzione letteraria, in particolare per i suoi scritti critici sull'arte. Tra le sue opere più note, spicca "Due dialogi", un'opera in cui si discute degli errori e degli abusi dei pittori riguardo alle storie raffigurate nelle loro opere. Questo lavoro ha generato molte discussioni tra gli studiosi, alcuni dei quali hanno contestato il fatto che Gilio possa essere considerato un autore in linea con l'ortodossia tridentina, in quanto basava le sue critiche esclusivamente sulle Sacre Scritture, rifiutando la tradizione apostolica della Chiesa. Dal 1567, Gilio fu priore del capitolo di San Venanzio, la chiesa principale di Fabriano. Tuttavia, è importante notare che Fabriano divenne sede vescovile solo nel 1728, e solo da quella data poté fregiarsi del titolo di cattedrale. Prima di allora, San Venanzio era una collegiata, ovvero una chiesa dotata di un capitolo di canonici ma non sede di un vescovo. Nonostante la sua attività di critico d'arte, Gilio non sembra aver avuto una formazione artistica. Le sue critiche si basavano su una profonda conoscenza delle Sacre Scritture e su una visione dell'arte come strumento di edificazione morale e religiosa. In questo senso, Gilio può essere considerato un precursore della Controriforma, il movimento che, a partire dal Concilio di Trento, cercò di riformare la Chiesa cattolica in risposta alla sfida protestante, ponendo un forte accento sulla corretta interpretazione e rappresentazione delle storie sacre. Tra le opere di Gilio, oltre ai "Due dialogi", si ricordano la "Vita di s. Atanasio patriarca di Alessandria" (Venezia, 1559), che mostra il suo interesse per il genere agiografico, e "Le persecuzioni della Chiesa descritte in cinque libri", pubblicata sempre a Venezia nel 1573, e dedicata al cardinale Giacomo Savelli. Quest'ultima opera segue gli intenti di propaganda, edificazione e istruzione tipici del Gilio. Nonostante la sua importanza come critico d'arte, Gilio è rimasto un personaggio relativamente oscuro. La sua biografia è lacunosa e molte delle sue opere sono andate perdute. Tuttavia, il suo ruolo nel dibattito sulla riforma dell'arte nel periodo post-tridentino è indiscusso e il suo "Dialogo degli errori e degli abusi dei pittori" rimane una fonte primaria per la comprensione di quel periodo cruciale nella storia dell'arte.

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