Giordano Bruno Ferrari

Biografia

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FERRARI Giordano Bruno, pittore (Roma 1887 – 1944). Secondogenito di Ettore  e di Maria Carolina Frey, rivela sin da piccolo un’innata predisposizione per l’arte. I suoi primi rudimenti di disegno li impara così nello studio del padre, ma i suoi veri maestri sono Enrico Coleman e soprattutto Onorato Calandi. Affascinato dalla “lirica gaiezza del colore”, propria del padre, dimostra ben presto di avere un’autonoma personalità artistica seguendo d’istinto la corrente divisionista, che si stava diffondendo in quegli anni nell’ambiente romano, grazie agli insegnamenti di Balla. L’amicizia con Pellizza da Volpedo, conosciuto a Roma nel 1906, gli permette di sviluppare ulteriormente la già notevole sensibilità cromatica.

Su invito di Calandi, attorno agli anni 10 del Novecento entra a far parte del Gruppo dei XXV della Campagna Romana, che gli affibbiano il soprannome di “capretto” per un accenno di barbetta che stentava a crescere. Proprio in questo periodo, come sottolinea Ettore Passalalpi Ferrari, “produce le sue opere migliori: calde, soffuse di un delicato lirismo e piene di quel vibrante cromatismo che gli era imposto dalla concezione divisionista del colore”.

Il suo debutto avviene a Napoli nel 1912 alla Prima Mostra di Arte Giovanile con due pastelli che meritano il plauso della critica. Partecipa quindi alle prime due edizioni della Secessione romana, rispettivamente del 1913 e 14 con i due dipinti, La Vittoria di Ostia e Benedizione nella Valle. Nel 1915 viene prescelto tra gli artisti incaricati a decorare il Padiglione Italiano per la Mostra Internazionale di San Francisco.

La prima guerra mondiale lo vede partire come volontario e meritare un encomio solenne nella presa di Gorizia. Dopo l’avvento del fascismo le idee politiche e la fede massonica lo portano ad isolarsi, disertando le mostre ufficiali. L’arte è sempre in cima ai suoi pensieri e l’ammirazione per Mafai e Scipione gli fanno apprezzare il movimento della Scuola Romana.

Per oltre un decennio dirige l’ufficio artistico dell’Enciclopedia Italiana Treccani, assieme a Vittorio Grassi e Virgilio Simonettti.

Dopo aver combattuto nelle file della Resistenza finisce i suoi giorni in modo eroico. Catturato il 13 marzo 1944 e condotto alla “famigerata” prigione di via Tasso, viene sottoposto ad atroci torture senza che una sola informazione trapeli dalle sue labbra. Condannato a morte, dopo un processo farsa nel quale, anziché difendersi, accusa i nazisti dei misfatti commessi, viene fucilato assieme a quattro valorosi compagni il 24 maggio dello stesso anno, dichiarandosi fiero di morire per una giusta causa. E’ l’ultima fucilazione dei fascisti a Roma; pochi giorni dopo (il 4 giugno) Roma viene liberata dalle truppe anglo-americane. Alla sua memoria viene conferita dall’ultimo re d’Italia Umberto II la medaglia d’oro al valor militare con una commovente motivazione.

Un’ultima considerazione: Giordano Bruno muore nello stesso giorno (24 maggio) nel quale, quaranta anni prima si era costituito lo scanzonato Gruppo dei XXV della Campagna Romana (24 maggio 1904). Affidando al bimbo appena nato l’altisonante nome del libero pensatore di Nola, alla cui memoria stava erigendo in piazza Campo dei Fiori la sua opera più bella, Ettore Ferrari non avrebbe mai immaginato che anche suo figlio, con lucida coerenza, avrebbe onorato quel nome sino al supremo sacrificio.

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