Erulo Eroli

Biografia

EROLI Erulo, pittore e araziere (Roma 1854-1916). Studia nella scuola romana di San Michele a Ripa sotto la guida del Ceccarini, specializzandosi nel mosaico e nell’arazzo.

 Nel 1875 apre il suo primo studio di pittore in Passeggiata di Ripetta. Nello stesso anno è presente per la prima volta con due quadri (Suonatore di tromba, Cornelio Pino pittore romano) alla annuale rassegna degli “Amatori e Cultori” di Roma che lo vedranno, negli anni successivi, tra gli espositori più assidui ( nel 1878 vince la medaglia d’argento con il dipinto La Baccante e 1’anno successivo presenta Ritratto, L’offerta e Prima comunione. Nel 1880 trasferisce lo studio nella nuova sede di via del Babuino 150c, all’estendevo anche un piccolo ma rinomato laboratorio di arazzeria e l’anno successivo partecipa a Milano all’Esposizione Nazionale di Belle Arti (La tigre al veglione e Lo spazzacamino). Nel 1883 è alla  Mostra Internazionale di Roma con ben cinque dipinti ( L’incrociatore Palestro nella battaglia di Lissa, Un suonatore arabo, Un cantiniere,Ritratto del signor Jacobini, Il Gloria nel coro). Tra gli episodi storici va ricordato anche il grande dipinto I Vespri Siciliani esposto all’Esposizione Nazionale di Belle Arti a Palermo nel 1892. Entra a far parte della Società degli Acquarellisti Romani nel 1883, ma la sua prima partecipazione risale al 1902 con L’Arcangelo Raffaele. Intanto nel 1898 alla Mostra di Arte Sacra a Torino aveva vinto la medaglia d’oro con la pala Ecce Agnus Dei. Nel 1909 diventa presidente per un triennio di tale sodalizio, che proprio un anno prima aveva trovato sede stabile nella casina dell’Orologio a Villa Borghese, riformandone lo Statuto sociale “nell’intento di meglio regolare le sue mostre annuali,di assicurarne la continuità e di offrire maggiori attrazioni agli amatori di Belle Arti”.

Partecipa con regolarità alle annuali rassegne dell’associazione con pregevoli acquarelli (nel 1912 presenta Le sorgenti, Resurrexit e Studio di testa, nel 1913 Bosco e Saffo). Nella maturità si prodigò molto per rilanciare l’arte dimenticata degli Arazzi, eseguendo pregevoli lavori per i palazzi capitolini e per la corte di Romania.

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